SCHEDA DESTINAZIONE
Curiosità da Veneziani
Venezia - Italia - Veneto
Curiosità da Veneziani
UN FRUTTIVENDOLO STORICO
Sotto il Ponte dei Pugni c'è un segno del passato: uno degli ultimissimi barconi-negozio esistenti in città. Ci potete comprare ogni tipo di frutta senza spendere molto. È proprio un resto del tempo che fu, di quando a Venezia tutto si svolgeva via acqua. Voi state sulla riva, chiedete la vostra frutta ed il fruttivendolo ve la porge da dentro il barcone, sotto il tendone verde che sembra una vela. E il suo gesto cambia a seconda dell'altezza della marea. Una volta, di notte, con l'acqua molto alta ho visto il barcone arenato sulla riva. Poi, tornato il giorno dopo e l'acqua bassa, è stato un bel problema rimetterlo i canale. Certo che cose del genere non possono succedere in un negozio "normale"
PALAZZO GRASSI La storia di questo palazzo è andata purtroppo perduta insieme all'archivio dei Grassi, la famiglia che lo costruì nel 1772. Non per questo è un edificio minore, anzi è uno dei più belli sul Canal Grande. Ora è di proprietà dell’industriale ed appassionato d’arte francese François Pinault (dopo essere stato anche del gruppo FIAT) che vi esporrà la propria collezione privata.
SQUERO DI TROVASO
A Venezia c’è ancora un luogo non turistico, fra i più affascinanti della città lagunare, dove si respira ancora l'aria dei secoli addietro: è lo Squero di San Trovaso, cioè un antico cantiere per le gondole. E il luogo dove il simbolo della città viene ancora costruito con i sistemi e persino con gli stessi attrezzi del passato. Proprio per il suo aspetto antico è meta di pittori, poeti e scrittori. Dei numerosi squeri un tempo attivi pochissimi sono ancora in funzione e questo è il più bello. Risale al '600 e ha mantenuto anche la struttura che aveva per cui in parte è anche adibito a cantiere vero e proprio ed in parte costituisce l'abitazione degli "squeraroli". La gondola viene costruita interamente a mano, richiede ben otto tipi diversi di legno e tre mesi di lavoro. Ogni barca è un opera a se e ogni maestro d'ascia possiede i suoi segreti: durante certe fasi della lavorazione porte e finestre vengono chiuse per paura di eventuali spie.
IL CANALE DELLA GIUDECCA
Originariamente chiamata "Spina Longa" a causa della sua forma a spina di pesce, è l'isola più estesa ed allo stesso tempo la più vicina alla città di Venezia, separata dal largo e profondo Canale della Giudecca, anticamente denominato Canale Vigano. Secondo alcuni il nome deriverebbe dall'espressione Giudei, ossia Ebrei, che qui dimoravano, mentre altri, invece, fanno risalire l'origine all'appellativo di "Zudegà" (giudicato), dato che nel sec. IX la Repubblica aggiudicò i terreni dell'isola a nobili esiliati. A partire dal '500 l'isola divenne, a causa della sua posizione decentrata all'interno del Bacino di S. Marco, luogo di ozio con residenze ricche di giardini, orti, monasteri e depositi per poi ospitare, dopo la caduta della Serenissima, caserme, carceri, fabbriche e quartieri operai. L'isola, formata da 8 isole minori, è percorsa da una lunga fondamenta che percorreremo durante il nostro itinerario, mentre il versante opposto è formato da giardini ed orti. Per scoprire le differenze con la vicina Giudecca basta percorrere qualche metro. Le case sono tutte di recente costruzione, le calli sono ampie, c'è pure una piscina.
LA CHIESA DEL REDENTORE
Nel 1541 venne edificata alla Giudecca una chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli ed un prossimo convento, nel quale vennero accolti i Frati Cappuccini. Cacciati dal convento, nel 1546 essi ne fondarono un altro in un diverso punto della Giudecca per poi far ritorno, solo due anni dopo, a S. Maria degli Angeli. Nell'estate del 1575 scoppiò a Venezia un'epidemia di peste che in due anni provocò la morte di 50.000 abitanti. Il Senato della Repubblica fece voto d'innalzare una sontuosa Basilica intitolata al Redentore presso la chiesa di S. Maria degli Angeli qualora il flagello cessasse (a ricordo esiste in controfacciata la lapide con il voto dogale del 1576). Nel maggio del 1577 venne posata la prima pietra e nel luglio successivo si festeggiò la fine della pestilenza con una processione che giunse fino al cantiere dell'edificio in costruzione. Il sacro edificio, disegnato dal Palladio e considerato uno dei suoi capolavori, fu concluso nel 1592, dopo la morte del maestro, da Antonio da Ponte. Venne destinato ai Cappuccini che ne decisero la planimetria e la scelta dei materiali (mattoni e cotto anche all'interno ad esclusione della facciata) e ampliarono il convento. All'interno un colonnato gira lungo le pareti dell'unica navata, con tre cappelle aperte su ogni lato, e del presbiterio, sormontato da una cupola.
Fonte: Franca Fanti
Curiosità da Veneziani
UN FRUTTIVENDOLO STORICO
Sotto il Ponte dei Pugni c'è un segno del passato: uno degli ultimissimi barconi-negozio esistenti in città. Ci potete comprare ogni tipo di frutta senza spendere molto. È proprio un resto del tempo che fu, di quando a Venezia tutto si svolgeva via acqua. Voi state sulla riva, chiedete la vostra frutta ed il fruttivendolo ve la porge da dentro il barcone, sotto il tendone verde che sembra una vela. E il suo gesto cambia a seconda dell'altezza della marea. Una volta, di notte, con l'acqua molto alta ho visto il barcone arenato sulla riva. Poi, tornato il giorno dopo e l'acqua bassa, è stato un bel problema rimetterlo i canale. Certo che cose del genere non possono succedere in un negozio "normale"
PALAZZO GRASSI La storia di questo palazzo è andata purtroppo perduta insieme all'archivio dei Grassi, la famiglia che lo costruì nel 1772. Non per questo è un edificio minore, anzi è uno dei più belli sul Canal Grande. Ora è di proprietà dell’industriale ed appassionato d’arte francese François Pinault (dopo essere stato anche del gruppo FIAT) che vi esporrà la propria collezione privata.
SQUERO DI TROVASO
A Venezia c’è ancora un luogo non turistico, fra i più affascinanti della città lagunare, dove si respira ancora l'aria dei secoli addietro: è lo Squero di San Trovaso, cioè un antico cantiere per le gondole. E il luogo dove il simbolo della città viene ancora costruito con i sistemi e persino con gli stessi attrezzi del passato. Proprio per il suo aspetto antico è meta di pittori, poeti e scrittori. Dei numerosi squeri un tempo attivi pochissimi sono ancora in funzione e questo è il più bello. Risale al '600 e ha mantenuto anche la struttura che aveva per cui in parte è anche adibito a cantiere vero e proprio ed in parte costituisce l'abitazione degli "squeraroli". La gondola viene costruita interamente a mano, richiede ben otto tipi diversi di legno e tre mesi di lavoro. Ogni barca è un opera a se e ogni maestro d'ascia possiede i suoi segreti: durante certe fasi della lavorazione porte e finestre vengono chiuse per paura di eventuali spie.
IL CANALE DELLA GIUDECCA
Originariamente chiamata "Spina Longa" a causa della sua forma a spina di pesce, è l'isola più estesa ed allo stesso tempo la più vicina alla città di Venezia, separata dal largo e profondo Canale della Giudecca, anticamente denominato Canale Vigano. Secondo alcuni il nome deriverebbe dall'espressione Giudei, ossia Ebrei, che qui dimoravano, mentre altri, invece, fanno risalire l'origine all'appellativo di "Zudegà" (giudicato), dato che nel sec. IX la Repubblica aggiudicò i terreni dell'isola a nobili esiliati. A partire dal '500 l'isola divenne, a causa della sua posizione decentrata all'interno del Bacino di S. Marco, luogo di ozio con residenze ricche di giardini, orti, monasteri e depositi per poi ospitare, dopo la caduta della Serenissima, caserme, carceri, fabbriche e quartieri operai. L'isola, formata da 8 isole minori, è percorsa da una lunga fondamenta che percorreremo durante il nostro itinerario, mentre il versante opposto è formato da giardini ed orti. Per scoprire le differenze con la vicina Giudecca basta percorrere qualche metro. Le case sono tutte di recente costruzione, le calli sono ampie, c'è pure una piscina.
LA CHIESA DEL REDENTORE
Nel 1541 venne edificata alla Giudecca una chiesa dedicata a Santa Maria degli Angeli ed un prossimo convento, nel quale vennero accolti i Frati Cappuccini. Cacciati dal convento, nel 1546 essi ne fondarono un altro in un diverso punto della Giudecca per poi far ritorno, solo due anni dopo, a S. Maria degli Angeli. Nell'estate del 1575 scoppiò a Venezia un'epidemia di peste che in due anni provocò la morte di 50.000 abitanti. Il Senato della Repubblica fece voto d'innalzare una sontuosa Basilica intitolata al Redentore presso la chiesa di S. Maria degli Angeli qualora il flagello cessasse (a ricordo esiste in controfacciata la lapide con il voto dogale del 1576). Nel maggio del 1577 venne posata la prima pietra e nel luglio successivo si festeggiò la fine della pestilenza con una processione che giunse fino al cantiere dell'edificio in costruzione. Il sacro edificio, disegnato dal Palladio e considerato uno dei suoi capolavori, fu concluso nel 1592, dopo la morte del maestro, da Antonio da Ponte. Venne destinato ai Cappuccini che ne decisero la planimetria e la scelta dei materiali (mattoni e cotto anche all'interno ad esclusione della facciata) e ampliarono il convento. All'interno un colonnato gira lungo le pareti dell'unica navata, con tre cappelle aperte su ogni lato, e del presbiterio, sormontato da una cupola.
Fonte: Franca Fanti