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La lunga storia di Rimini
Rimini - Italia - Emilia Romagna
La lunga storia di Rimini
L'origine della città è probabilmente greca ma l'antico nome di Rimini, Ariminum, ha certamente origini umbre: Pausania, nei suoi scritti, parla spesso del grande re umbro Arimno e le monete scoperte nella città testimoniano il dominio di questo sovrano.
Dominata dai Galli Senoni, Rimini venne conquistata dai Romani che ne fecero una colonia di diritto latino nel 268 a.C..
Divenuta un importante nodo viario, la città fu elevata a Municipio ed iscritta alla tribù Aniense nel 90 a. C.
Il censore Flaminio aprì la grande via che da lui prese il nome di Flaminia e successivamente M. Emilio Lepido la prolungò fino a Piacenza e la rinominò Emilia.
L'ultimo console Popilio Lenate la portò fino a Venezia e la nuova arteria assunse il nome di Popilia.
Sulle piazza di Ariminum, oggi Piazza Tre Martiri , Caio Giulio Cesare nel 50 a.C. parlò alle milizie dopo il passaggio del Rubicone in cui il famoso dado fu tratto. Esiste ancora il sasso che servì da tribuna situato presso il Tempietto di Sant'Antonio.
Cesare Ottaviano Augusto fece realizzare numerose opere nella città. Opere come la monumentalizzazione dei principali ingressi al centro urbano (Arco di Augusto – ponte di Tiberio).
Augusto amò Rimini e proprio in segno di riconoscenza verso di lui fu eretto il grande Arco trionfale, oggi detto arco d'Augusto.
Tiberio portò a termine la costruzione del ponte sul Marecchia già iniziata da Augusto, l'attuale Ponte di Tiberio.
Nel 359 d. C. fu sede di un Concilio indetto dall’Imperatore Costanzo II.
Al centro della guerra goto-bizantina nel VI secolo, quando la capitale del regno italico era Bisanzio la città di Rimini fece parte dell'impero di Occidente e qui nacquero contese tra i Goti e i Bizantini finché, formatosi l'Esarcato di Ravenna nel 567, Rimini fece parte della Pentacoli marittima bizantina, prima di cadere in mano ai Longobardi.
Dopo le piraterie dei Saraceni capeggiati dal celebre Sabba seguirono per la città secoli di terrore, devastazione, lotte ed assedi sanguinosi.
Rimini fu contesa da Longobardi, Franchi, Normanni e Svevi pro o contro il Papato. Solo con l'avvento dei Malatesta la città tornò a splendere e a godere dell'antico fasto.
I Malatesta giunsero a Rimini per la prima volta nel 1216 e per circa tre secoli dominarono la città.
Famosi furono soprattutto donna Battista che insegnava filosofia, e Domenico, detto Novello, che fondò la biblioteca di Cesena.
Dante di tale famiglia ricorda in particolar modo Il Mastin Vecchio che, capo dei Guelfi di Romagna, diresse le lotte contro i Ghibellini. Nel 1285 avveniva la tragedia amorosa di Francesca, figlia di Guido di Ravenna, sposata contro voglia a Giovanni Malatesta e sedotta dal cognato Paolo, elegante e gentile cavaliere, ed insieme a lui tragicamente uccisa dopo la scoperta del loro amore segreto.
I Malatesta dovettero sottomettersi pienamente al volere della Chiesa per poter riavere il loro territorio e Sigismondo Malatesta fu il valoroso condottiero e uomo di governo che la Chiesa nominò Capitano generale.
Sua opera è il celebre e centralissimo Castel Sismondo, eretto nel 1446 e adattato a prigione all inizio del XIX secolo.
In amore fu per tre volte uxoricida e il suo più potente amore rimase quello per Isotta degli Atti, a cui dedicò il meraviglioso Tempio Malatestiano. Fu grande cultore e mecenate delle lettere e delle arti.
Nel 1503 i Malatesta vendettero Rimini ai Veneziani che sei anni dopo la restituirono alla Chiesa che l'ebbe ininterrottamente fino ai tempi della Rivoluzione francese, quando le truppe Giacobine occuparono Ravenna e l'intera Romagna che entrò a far parte della Repubblica Cisalpina nel 1797.
Gioacchino Murat, re di Napoli, andò a Rimini più volte e, quando il suo tentativo di rendere l'Italia indipendente fallì, la città venne assegnata nuovamente alla sede Ponteficia.
Come negli altri stati italian anche nello stato Pontificio e a Rimini fiorì l'opposizione carbonara con i primi processi e le relative condanne al carcere che resero celebre il Risorgimento italiano.
I rivoluzionari di Rimini presero il sopravvento ai primi di marzo del 1831 ma l'intervento immediato dell'Austria sulla base del patto della Santa Alleanza pose presto fine ai sogni di rinnovamento.
Altri moti significativi si verificarono in città nel 1844, anno in cui ebbe luogo il sacrificio dei Fratelli Bandiera, ai quali è oggi dedicata una via del centro storico. Nel mese di Marzo del 1860 Rimini votò in un solenne plebiscito la propria unione con il Regno d'Italia sotto il governo piemontese.
Molti sono stati i soldati ed i caduti riminesi nella prima e nella seconda guerra mondiale. Quest'ultima fu particolarmente disastrosa per la città che, trovandosi vicina alla linea gotica orientale, venne ridotta in macerie da numerosi bombardamenti.
Finita la guerra Rimini, ha saputo ricostruirsi e diventare la capitale delle vacanze al mare.
Fonte: Redazione
La lunga storia di Rimini
L'origine della città è probabilmente greca ma l'antico nome di Rimini, Ariminum, ha certamente origini umbre: Pausania, nei suoi scritti, parla spesso del grande re umbro Arimno e le monete scoperte nella città testimoniano il dominio di questo sovrano.
Dominata dai Galli Senoni, Rimini venne conquistata dai Romani che ne fecero una colonia di diritto latino nel 268 a.C..
Divenuta un importante nodo viario, la città fu elevata a Municipio ed iscritta alla tribù Aniense nel 90 a. C.
Il censore Flaminio aprì la grande via che da lui prese il nome di Flaminia e successivamente M. Emilio Lepido la prolungò fino a Piacenza e la rinominò Emilia.
L'ultimo console Popilio Lenate la portò fino a Venezia e la nuova arteria assunse il nome di Popilia.
Sulle piazza di Ariminum, oggi Piazza Tre Martiri , Caio Giulio Cesare nel 50 a.C. parlò alle milizie dopo il passaggio del Rubicone in cui il famoso dado fu tratto. Esiste ancora il sasso che servì da tribuna situato presso il Tempietto di Sant'Antonio.
Cesare Ottaviano Augusto fece realizzare numerose opere nella città. Opere come la monumentalizzazione dei principali ingressi al centro urbano (Arco di Augusto – ponte di Tiberio).
Augusto amò Rimini e proprio in segno di riconoscenza verso di lui fu eretto il grande Arco trionfale, oggi detto arco d'Augusto.
Tiberio portò a termine la costruzione del ponte sul Marecchia già iniziata da Augusto, l'attuale Ponte di Tiberio.
Nel 359 d. C. fu sede di un Concilio indetto dall’Imperatore Costanzo II.
Al centro della guerra goto-bizantina nel VI secolo, quando la capitale del regno italico era Bisanzio la città di Rimini fece parte dell'impero di Occidente e qui nacquero contese tra i Goti e i Bizantini finché, formatosi l'Esarcato di Ravenna nel 567, Rimini fece parte della Pentacoli marittima bizantina, prima di cadere in mano ai Longobardi.
Dopo le piraterie dei Saraceni capeggiati dal celebre Sabba seguirono per la città secoli di terrore, devastazione, lotte ed assedi sanguinosi.
Rimini fu contesa da Longobardi, Franchi, Normanni e Svevi pro o contro il Papato. Solo con l'avvento dei Malatesta la città tornò a splendere e a godere dell'antico fasto.
I Malatesta giunsero a Rimini per la prima volta nel 1216 e per circa tre secoli dominarono la città.
Famosi furono soprattutto donna Battista che insegnava filosofia, e Domenico, detto Novello, che fondò la biblioteca di Cesena.
Dante di tale famiglia ricorda in particolar modo Il Mastin Vecchio che, capo dei Guelfi di Romagna, diresse le lotte contro i Ghibellini. Nel 1285 avveniva la tragedia amorosa di Francesca, figlia di Guido di Ravenna, sposata contro voglia a Giovanni Malatesta e sedotta dal cognato Paolo, elegante e gentile cavaliere, ed insieme a lui tragicamente uccisa dopo la scoperta del loro amore segreto.
I Malatesta dovettero sottomettersi pienamente al volere della Chiesa per poter riavere il loro territorio e Sigismondo Malatesta fu il valoroso condottiero e uomo di governo che la Chiesa nominò Capitano generale.
Sua opera è il celebre e centralissimo Castel Sismondo, eretto nel 1446 e adattato a prigione all inizio del XIX secolo.
In amore fu per tre volte uxoricida e il suo più potente amore rimase quello per Isotta degli Atti, a cui dedicò il meraviglioso Tempio Malatestiano. Fu grande cultore e mecenate delle lettere e delle arti.
Nel 1503 i Malatesta vendettero Rimini ai Veneziani che sei anni dopo la restituirono alla Chiesa che l'ebbe ininterrottamente fino ai tempi della Rivoluzione francese, quando le truppe Giacobine occuparono Ravenna e l'intera Romagna che entrò a far parte della Repubblica Cisalpina nel 1797.
Gioacchino Murat, re di Napoli, andò a Rimini più volte e, quando il suo tentativo di rendere l'Italia indipendente fallì, la città venne assegnata nuovamente alla sede Ponteficia.
Come negli altri stati italian anche nello stato Pontificio e a Rimini fiorì l'opposizione carbonara con i primi processi e le relative condanne al carcere che resero celebre il Risorgimento italiano.
I rivoluzionari di Rimini presero il sopravvento ai primi di marzo del 1831 ma l'intervento immediato dell'Austria sulla base del patto della Santa Alleanza pose presto fine ai sogni di rinnovamento.
Altri moti significativi si verificarono in città nel 1844, anno in cui ebbe luogo il sacrificio dei Fratelli Bandiera, ai quali è oggi dedicata una via del centro storico. Nel mese di Marzo del 1860 Rimini votò in un solenne plebiscito la propria unione con il Regno d'Italia sotto il governo piemontese.
Molti sono stati i soldati ed i caduti riminesi nella prima e nella seconda guerra mondiale. Quest'ultima fu particolarmente disastrosa per la città che, trovandosi vicina alla linea gotica orientale, venne ridotta in macerie da numerosi bombardamenti.
Finita la guerra Rimini, ha saputo ricostruirsi e diventare la capitale delle vacanze al mare.
Fonte: Redazione