SCHEDA DESTINAZIONE
Saint-Emilion nella valle della Dordogna
Saint-Emilion - Francia - Francia sud-occidentale
Saint-Emilion nella valle della Dordogna
Saint-Emilion, situato a 35 km a Nord-Est di Bordeaux, fra Libourne e Castillon-la-Bataille, si innalza fieramente sul pendio nord della valle della Dordogna. Nel mondo bordolese bisogna dichiarare qual'è la propria terra di appertenza; Rive Gauche o Rive Droite. La riva sinistra della Garonna è quella dell'élite, si dice, nella convinzione che i signori del vino si concentrino su questo lato del fiume nelle contrade del Médoc, del Margaux, del Lafite-Rotschild, le grandi tenute vitivinicole dalle origini aristocratiche. La riva destra rivendica però la priorità nella storia del vino; qui tutti si dichiarano puristi ma all'insegna della semplicità. Sono vignaioli nell'anima e riconoscono in Saint Emilion "la collina dai mille crus", l'essenza della Rive Droite. Costruita ad emiciclo al centro dei suoi vigneti, la cittadina affascina fin da quando si scorge la punta del suo campanile... Il territorio del comune si estende su 27 kmq. Vero e proprio museo all'aperto St Emilion stupisce per molti aspetti. La sua tradizione trogloditica è certamente il più affascinante: una chiesa monolitica unica al mondo, più di 70 ha di gallerie sotterranee scavate nella roccia calcarea, ma non è solo questo a commuovere il visitatore: monumenti e vestigia della grande epoca romanica si susseguono lungo le sue stradine in pendio, sfidando le leggi del tempo. Le sue pietre dai delicati riflessi ocra portano in esse tutto lo spirito della città e sono pronte a dividerlo con chi vuole conoscerla meglio. Le luminose pietre color ocra racchiudono l'intera storia del villaggio, anche se la cronaca si spinge più indietro fino al poeta Ausonio che intorno alla sua Villa Lucaniacus coltivava a vite 100 "arpenti". Che fosse rimasto affascinato da questa terra traspare dalla sua poesia e forse sarebbe stato onorato di lasciare il suo nome al futuro villaggio, cosa che invece fece il monaco bretone Emilion.
Un gioiello di pietra in uno scrigno di vigneti - Con un muro di cinta conservato per più di 1 km di lunghezza, Saint-Emilion appartiene al ristretto gruppo di città medievali fortificate francesi che conta esempi come Aigues-Mortes, Avignone, Boulogne, Carcassonne, Cordes, Dinan, Domme, Fougères, Guérande, Montreuil-Bellay, Il Mont-Saint-Michel, Provins, Saint-Malo, Vannes… Il numero di città fortificate rappresentative dell'architettura romanica (12°-metà del 13° secolo) si riduce a due: Provins e Saint-Emilion. L’interesse monumentale del nucleo storico di Saint-Emilion è quindi eccezionale. Settore protetto (salvaguardia del sito e dell'ambiente che lo circonda): 18 monumenti classificati o comunque iscritti all'inventario supplementare, 70 ha di cave sotterranee, più di 100 kms di gallerie. Specialità culinaria: "macarons" fabbricati ancora oggi secondo l'antica ricetta delle religiose dell'ordine delle Ursuline (17° sec).
Saint-Emilion, la sua vigna e il suo paesaggio sono iscritti alla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2 dicembre 1999.
Saint-Emilion nella valle della Dordogna
Saint-Emilion, situato a 35 km a Nord-Est di Bordeaux, fra Libourne e Castillon-la-Bataille, si innalza fieramente sul pendio nord della valle della Dordogna. Nel mondo bordolese bisogna dichiarare qual'è la propria terra di appertenza; Rive Gauche o Rive Droite. La riva sinistra della Garonna è quella dell'élite, si dice, nella convinzione che i signori del vino si concentrino su questo lato del fiume nelle contrade del Médoc, del Margaux, del Lafite-Rotschild, le grandi tenute vitivinicole dalle origini aristocratiche. La riva destra rivendica però la priorità nella storia del vino; qui tutti si dichiarano puristi ma all'insegna della semplicità. Sono vignaioli nell'anima e riconoscono in Saint Emilion "la collina dai mille crus", l'essenza della Rive Droite. Costruita ad emiciclo al centro dei suoi vigneti, la cittadina affascina fin da quando si scorge la punta del suo campanile... Il territorio del comune si estende su 27 kmq. Vero e proprio museo all'aperto St Emilion stupisce per molti aspetti. La sua tradizione trogloditica è certamente il più affascinante: una chiesa monolitica unica al mondo, più di 70 ha di gallerie sotterranee scavate nella roccia calcarea, ma non è solo questo a commuovere il visitatore: monumenti e vestigia della grande epoca romanica si susseguono lungo le sue stradine in pendio, sfidando le leggi del tempo. Le sue pietre dai delicati riflessi ocra portano in esse tutto lo spirito della città e sono pronte a dividerlo con chi vuole conoscerla meglio. Le luminose pietre color ocra racchiudono l'intera storia del villaggio, anche se la cronaca si spinge più indietro fino al poeta Ausonio che intorno alla sua Villa Lucaniacus coltivava a vite 100 "arpenti". Che fosse rimasto affascinato da questa terra traspare dalla sua poesia e forse sarebbe stato onorato di lasciare il suo nome al futuro villaggio, cosa che invece fece il monaco bretone Emilion.
Un gioiello di pietra in uno scrigno di vigneti - Con un muro di cinta conservato per più di 1 km di lunghezza, Saint-Emilion appartiene al ristretto gruppo di città medievali fortificate francesi che conta esempi come Aigues-Mortes, Avignone, Boulogne, Carcassonne, Cordes, Dinan, Domme, Fougères, Guérande, Montreuil-Bellay, Il Mont-Saint-Michel, Provins, Saint-Malo, Vannes… Il numero di città fortificate rappresentative dell'architettura romanica (12°-metà del 13° secolo) si riduce a due: Provins e Saint-Emilion. L’interesse monumentale del nucleo storico di Saint-Emilion è quindi eccezionale. Settore protetto (salvaguardia del sito e dell'ambiente che lo circonda): 18 monumenti classificati o comunque iscritti all'inventario supplementare, 70 ha di cave sotterranee, più di 100 kms di gallerie. Specialità culinaria: "macarons" fabbricati ancora oggi secondo l'antica ricetta delle religiose dell'ordine delle Ursuline (17° sec).
Saint-Emilion, la sua vigna e il suo paesaggio sono iscritti alla lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2 dicembre 1999.
Fonte: Franca Fanti