Visita a Pont du Gard
Dopo il Mont St Michel è il monumento di provincia più visitato ed è il più grande, il più bello e il meglio conservato fra i ponti-acquedotti romani. Fu costruito verso il 60 d.C. sotto il regno dell'Imperatore Claudio e si tratta solo della parte centrale e più bella di un immenso acquedotto lungo 50 km che partiva da Uzès ed arrivava fino a Nimes. Il Pont du Gard attraversa la Valle del Gardon, in un punto in cui questo è particolarmente stretto. La sua massima altezza è 48.7 m sul livello del fiume, la lunghezza attuale è 275 m al terzo piano. E' quasi interamente costruito con grosse pietre calcaree le cui cave si trovano a qualche centinaia di metri di distanza. Comprende 3 ordini di archi, rientranti gli uni rispetto agli altri. Il 1° piano misura 21.87 m di altezza e si compone di 6 archi di 6.36 m di larghezza ciascuno (raggiungendo la lunghezza totale di 142.35 m), il piano intermedio misura 19.50 m di altezza e 4.56 m di larghezza e si compone di 11 archi (lunghezza complessiva di 242.55 m). L'apertura degli archi dei primi due livelli è identica in quanto i pilastri di sostegno di quelli del 2° piano sono stati posti nell'asse dei pilastri di sostegno del 1° piano e questo per dare al ponte una maggiore stabilità. La larghezza varia dai 24.52 m di quelli che attraversano il fiume, ai 19.50 m per quelli che seguono, fino ad arrivare ai più stretti che misurano solo 15.50 m; il terzo piano misura 275 m di lunghezza e possiede 35 archetti di 7.40 m di altezza e 3.50 m di larghezza con un'apertura costante di 4.80 m. Lo spessore dei pilastri varia in modo che un numero di archetti completi possa essere inserito nello spazio fra i pilastri di sostegno degli archi dei piani inferiori: cioè 4 archetti nell'arco più grande (quello che attraversa il Gardon) e 3 negli altri (eccezionalmente l'ultimo grande arco sulla riva sinistra sostiene solo 2 archetti). Si notano sui pilastri resti delle pietre di appoggio che servirono a fissare la carpenteria durante la costruzione e che non furono soppressi, in previsione di futuri lavori di rifacimento del ponte. I primi due livelli sono formati da grandi blocchi di pietra di più di 50 cm di spessore, che possono raggiungere anche i 2 m di lunghezza e il cui peso è di circa 6 tonnellate e venivano posizionati con la tecnica del montacarichi, azionato da uomini che salivano gli scalini interni di una ruota del tipo di quella delle gabbie per piccoli animali. Erano montati a secco e il bugnato lasciato grezzo. Le volte dei due piani inferiori sono costituite da archi accoppiati e che venivano sistemati uno ad uno. Questo processo permetteva anche di fare economie sul legno che serviva a misurare l'apertura dell'arco e che veniva spostato di volta in volta. I pilastri inferiori sono posti direttamente sulla roccia che resta asciutta anche in periodo di piena e questo per evitare ogni rischio di erosione. Pare che il letto del fiume sia stato scavato perchè l'acqua non raggiungesse mai la base dei pilastri. L'acquedotto vero e proprio è stato costruito con blocchi di pietra più piccoli. Il condotto misura 1.20 di larghezza e 1.85 m di altezza ed è coperto da lastre larghe 1 m, lunghe 3.65 m e spesse 35 cm. Numerose iscrizioni possono essere viste sulle pietre del Pont du Gard. Ve ne sono di due tipi: quelle di origine romana e quelle moderne.
Le iscrizioni romane sono soprattutto cifre e lettere che rappresentano i numeri e la posizione delle pietre che venivano tagliate, squadrate e dimensionate probabilmente nelle stesse cave (in quanto non vi era molto spazio sulle rive del Gardon) prima di essere issate al loro posto. A 2 m dalla cima del 4° pilastro del 2° piano, a partire dalla riva destra ben visibile appoggiandosi al parapetto della strada si scorge un piccolo bassorilievo rappresentante un organo sessuale maschile (si trattava di una scultura abbastanza frequente sui monumenti romani: ce ne sono numerosi nelle Arene di Nimes, per proteggere dalla cattiva sorte). Questa scultura è più conosciuta in zona come "la lepre del Pont du Gard" da quando Frédéric Mistral vi costruì sopra una leggenda. Le altre iscrizioni e disegni (se ne contano più di 320) sono dovuti ai costruttori compagnons du "Tour de France" che hanno restaurato il monumento nel 19° secolo e che nei secoli precedenti venivano comunque ad osservarlo e ammirarlo come prodezza architettonica: la più antica di queste risale al 1611, la più recente al 1898; purtroppo troviamo anche dei graffiti contemporanei.
Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages (Viaggi organizzati in Francia)
http://www.reves-et-voyages.eu