SCHEDA DESTINAZIONE
Castello di Villandry
Castelli della Loira - Francia - Francia del nord
Castello di Villandry
Storia del Castello di Villandry: Nel 1532, Jean Le Breton, Segretario di Stato di Francesco 1°, acquista un castello feudale a Colombiers (antico nome della località): lo distrugge e fa costruire al suo posto un Castello rinascimentale, terminato nel 1536. Il Torrione Quadrato (da cui si gode di una bella vista) è tutto ciò che resta dell'antica fortezza: qui fu firmata nel 1189 la "pace di Colombiers" fra Filippo II Augusto, re di Francia ed Enrico II Plantageneto, re di Inghilterra, che permise ai due Paesi di avere qualche decennio di tregua (prima dello scoppio della sanguinosa Guerra dei Cent'Anni). Francesco 1° venne più volte a Villandry su invito di Jean Le Breton. Jean Le Breton (il cui stemma si può vedere su un abbaino) aveva diretto per molti anni la costruzione di Chambord (accanto al quale fece realizzare una replica "in miniatura" di Villandry: il castello di Villesavin) ed era stato precedentemente ambasciatore in Italia dove aveva potuto ammirare l'arte rinascimentale e dei giardini.
I suoi discendenti conservarono il Castello fino al 1754. Nel 1754 il Marchese di Castellane, appartenente ad una famiglia provenzale e ministro di Luigi XV, acquisì il Castello e lo riorganizzò secondo le norme di comfort del 18° secolo. Egli fece costruire gli annessi che si pososno ancora vedere sui due lati del primo cortile. Nel 19° secolo il giardino tradizionale venne smantellato per creare un parco all'inglese. All'inizio del 20° secolo (1906) il Castello venne acquisito dal Dottor Joachim Carvallo nato in Spagna nel 1869 e bisnonno dell'attuale proprietario che gli ha dedicato una buona parte della sua vita, assieme alla moglie americana Anne Coleman.
Egli abbandonò infatti la sua brillante carriera di ricercatore alle dipendenze del Professor Charles Richet (premio Nobel per la Medicina nel 1913) per consacrarsi interamente a Villandry che salvò dalla demolizione. Egli ricreò anche i giardini alla francese nello stile del 16° secolo in armonia con l'architettura del Castello da lui restaurato e liberato dalle aggiunte dei secoli successivi.
IL CASTELLO
L'edificio è composto da un corpo centrale e da due ali disposte ad angolo retto rispetto a questo, in modo da circondare su 3 lati un cortile d'onore.
Gallerie ad arcate, finestre a crociera circondate da pilastri riccamente decorati, alti abbaini con frontone scolpito, tetti di ardesia con forti pendenze ed ampi volumi formano il quadro di un cortile d'onore dalle proporzioni di rara eleganza.
L'architetto ha messo qui in opera, con discrezione, tanti segreti per eliminare l'impressione di monotonia che dà spesso il rispetto troppo geometrico della simmetria: il disegno delle facciate si riflette nei fossati, gli angoli formati dai corpi di edifici sono leggermente acuti o ottusi, le ali non hanno esattamente la stessa lunghezza, l'allineamento delle finestre centrali non si trova nel centor esatto della facciata.
A Villandry, vicino e quasi contemporaneo di Azay-le-Rideau, le influenze italiane ed i ricordi medievali (torrette, gugliette, piombatoie decorative) sono completamente spariti a favore di uno stile più semplice e puramente francese, che prefigura Anet, Fontainebleau e quello che sarà più tardi lo stile Enrico IV. L'interno non è sontuoso ed opprimente come quello di altri castelli: questo è sempre stato un castello nobiliare e mai reale e per questo risulta più "vivibile" di altre dimore storiche.
Quando lo si visita si ha un senso di calore, sembra infatti che la famiglia sia uscita un attimo lasciando le sue cose così come stavano.... L'elemento architettonico più degno di nota è il soffitto moresco, proveniente dalla Spagna e acquistato da Joachim Carvallo e portato a Villandry in piccoli pezzi che sono stati poi riassemblati come in un gigantesco puzzle.
Vi sono anche numerosi quadri, soprattutto di scuola spagnola (es. scuola di Goya) e fiamminga, oltre ad alcuni oggetti del 15°-16°-17° secolo (soprattutto a tema religioso). Al 2° piano le stanze dei bambini, con i loro oggetti e giocattoli, cosa piuttosto rara da vedere in un castello.
I GIARDINI
L'originalità di Villandry non risiede solo nel suo contesto architettonico d'avanguardia me anche nell'utilizzo che è stato fatto del paesaggio per costruirvi (in piena armonia con la natura e la pietra) dei giardini di notevole bellezza. Una piccola vallata, percorsa da un ruscello, scende dall'altopiano a sud e la sua pendenza ha permesso di disporre in terrazze tre livelli di giardini. E' proprio per le caratteristiche dei suoi giardini che il Castello di Jean Le Breton si distingue dagli altri: vi si trovano il Giardino d'Acqua, il Giardino Ornamentale e soprattutto l'Orto.
I Giardini sono stati creati nella stessa epoca del Castello: in origine, la maggior parte di essi era occupata da un orto decorativo che presentasse piante esotiche provenienti da diversi paesi d'Europa e d'America. I discendenti e i successori di Jean Le Breton hanno coltivato per due secoli questo patrimonio, ma alla metà del 17° secolo il Castello viene acquistato dal Marchese di Castellane che effettua alcune trasformazioni che snaturano il complesso; in quest'epoca tali giardini non sono più considerati raffinati e vengono fatti scomparire uno dopo l'altro.
Nel 1906 gli subentra Joachim Carvallo che consacrerà il suo tempo e i suoi soldi a riportare il Castello all'aspetto originario, quello rinascimentale. Basandosi sui progetti dell'architetto Jacques Androuet du Cerceau ha fatto soprattutto rinascere i giardini. Questi sforzi sono stati continuati dal suo discendente Henri Carvallo e il Castello è ormai visitato da circa 400 000 persone ogni anno. Attualmente i giardini occupano una superficie di più di 6 ha su 3 livelli e circondati da file di tigli.
Il Giardino d'Acqua è il più in alto, è in stile classico con i suoi fiori e il suo specchio.
Il Giardino intermedio è un Giardino Ornamentale e possiede soprattutto bossi e tassi. All'altezza del Castello si trova l'Orto con verdure, alberi da frutto e fiori; è diviso in 9 quadrati delle stesse dimensioni: all'interno di questi però i disegni geometrici sono tutti diversi ed ogni quadrato è caratterizzato da un colore. Piante cosi diverse, ornamentali e da orto, si sposano alla perfezione e l'accostamento di rose e cavoli, di begonia e insalata, di tulipani e peperoncini è una piacevolissima sorpresa.
L'origine dell'orto (o giardino di verdura) risale al Medio Evo: in effetti i monaci nelle loro abbazie amavano disporre le verdure secondo forme geometriche e le numerose croci dei giardini di Villandry ci ricordano questa origine monastica. In più per rallegrare le sue aiuole, il monaco vi aggiungeva dei cespugli di rose: questi, piantati simmetricamente starebbero a simboleggiare il monaco che zappa il suo orticello.
La seconda influenza viene dall'Italia e apporta a questo orto monastico elementi decorativi: fontane, aiuole di fiori, statue. I giardinieri francesi del 16° secolo riuniscono queste due ispirazioni, la monastica francese e l'italiana per creare un giardino di cui avevano bisogno per le rose e le nuove verdure provenienti dall'America, che chiameranno "orto decorativo". Androuet du Cerceau ha descritto queste prime opere e Joaquim Carvallo vi si è ispirato quando ha ridisegnato gli orti. Nel 2008 è stato aperto un nuovo giardino, il Giardino del Sole, sulla più alta terrazza del possedimento: a forma di stella appare come un omaggio all'arte moresca (e al bellissimo soffitto del Salone Orientale, all'interno del Castello). Fedele alla tradizione di Villandry prende la forma di un chiostro di vegetazione, formato da tre specie vegetali distinte.
Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu
Castello di Villandry
Storia del Castello di Villandry: Nel 1532, Jean Le Breton, Segretario di Stato di Francesco 1°, acquista un castello feudale a Colombiers (antico nome della località): lo distrugge e fa costruire al suo posto un Castello rinascimentale, terminato nel 1536. Il Torrione Quadrato (da cui si gode di una bella vista) è tutto ciò che resta dell'antica fortezza: qui fu firmata nel 1189 la "pace di Colombiers" fra Filippo II Augusto, re di Francia ed Enrico II Plantageneto, re di Inghilterra, che permise ai due Paesi di avere qualche decennio di tregua (prima dello scoppio della sanguinosa Guerra dei Cent'Anni). Francesco 1° venne più volte a Villandry su invito di Jean Le Breton. Jean Le Breton (il cui stemma si può vedere su un abbaino) aveva diretto per molti anni la costruzione di Chambord (accanto al quale fece realizzare una replica "in miniatura" di Villandry: il castello di Villesavin) ed era stato precedentemente ambasciatore in Italia dove aveva potuto ammirare l'arte rinascimentale e dei giardini.
I suoi discendenti conservarono il Castello fino al 1754. Nel 1754 il Marchese di Castellane, appartenente ad una famiglia provenzale e ministro di Luigi XV, acquisì il Castello e lo riorganizzò secondo le norme di comfort del 18° secolo. Egli fece costruire gli annessi che si pososno ancora vedere sui due lati del primo cortile. Nel 19° secolo il giardino tradizionale venne smantellato per creare un parco all'inglese. All'inizio del 20° secolo (1906) il Castello venne acquisito dal Dottor Joachim Carvallo nato in Spagna nel 1869 e bisnonno dell'attuale proprietario che gli ha dedicato una buona parte della sua vita, assieme alla moglie americana Anne Coleman.
Egli abbandonò infatti la sua brillante carriera di ricercatore alle dipendenze del Professor Charles Richet (premio Nobel per la Medicina nel 1913) per consacrarsi interamente a Villandry che salvò dalla demolizione. Egli ricreò anche i giardini alla francese nello stile del 16° secolo in armonia con l'architettura del Castello da lui restaurato e liberato dalle aggiunte dei secoli successivi.
IL CASTELLO
L'edificio è composto da un corpo centrale e da due ali disposte ad angolo retto rispetto a questo, in modo da circondare su 3 lati un cortile d'onore.
Gallerie ad arcate, finestre a crociera circondate da pilastri riccamente decorati, alti abbaini con frontone scolpito, tetti di ardesia con forti pendenze ed ampi volumi formano il quadro di un cortile d'onore dalle proporzioni di rara eleganza.
L'architetto ha messo qui in opera, con discrezione, tanti segreti per eliminare l'impressione di monotonia che dà spesso il rispetto troppo geometrico della simmetria: il disegno delle facciate si riflette nei fossati, gli angoli formati dai corpi di edifici sono leggermente acuti o ottusi, le ali non hanno esattamente la stessa lunghezza, l'allineamento delle finestre centrali non si trova nel centor esatto della facciata.
A Villandry, vicino e quasi contemporaneo di Azay-le-Rideau, le influenze italiane ed i ricordi medievali (torrette, gugliette, piombatoie decorative) sono completamente spariti a favore di uno stile più semplice e puramente francese, che prefigura Anet, Fontainebleau e quello che sarà più tardi lo stile Enrico IV. L'interno non è sontuoso ed opprimente come quello di altri castelli: questo è sempre stato un castello nobiliare e mai reale e per questo risulta più "vivibile" di altre dimore storiche.
Quando lo si visita si ha un senso di calore, sembra infatti che la famiglia sia uscita un attimo lasciando le sue cose così come stavano.... L'elemento architettonico più degno di nota è il soffitto moresco, proveniente dalla Spagna e acquistato da Joachim Carvallo e portato a Villandry in piccoli pezzi che sono stati poi riassemblati come in un gigantesco puzzle.
Vi sono anche numerosi quadri, soprattutto di scuola spagnola (es. scuola di Goya) e fiamminga, oltre ad alcuni oggetti del 15°-16°-17° secolo (soprattutto a tema religioso). Al 2° piano le stanze dei bambini, con i loro oggetti e giocattoli, cosa piuttosto rara da vedere in un castello.
I GIARDINI
L'originalità di Villandry non risiede solo nel suo contesto architettonico d'avanguardia me anche nell'utilizzo che è stato fatto del paesaggio per costruirvi (in piena armonia con la natura e la pietra) dei giardini di notevole bellezza. Una piccola vallata, percorsa da un ruscello, scende dall'altopiano a sud e la sua pendenza ha permesso di disporre in terrazze tre livelli di giardini. E' proprio per le caratteristiche dei suoi giardini che il Castello di Jean Le Breton si distingue dagli altri: vi si trovano il Giardino d'Acqua, il Giardino Ornamentale e soprattutto l'Orto.
I Giardini sono stati creati nella stessa epoca del Castello: in origine, la maggior parte di essi era occupata da un orto decorativo che presentasse piante esotiche provenienti da diversi paesi d'Europa e d'America. I discendenti e i successori di Jean Le Breton hanno coltivato per due secoli questo patrimonio, ma alla metà del 17° secolo il Castello viene acquistato dal Marchese di Castellane che effettua alcune trasformazioni che snaturano il complesso; in quest'epoca tali giardini non sono più considerati raffinati e vengono fatti scomparire uno dopo l'altro.
Nel 1906 gli subentra Joachim Carvallo che consacrerà il suo tempo e i suoi soldi a riportare il Castello all'aspetto originario, quello rinascimentale. Basandosi sui progetti dell'architetto Jacques Androuet du Cerceau ha fatto soprattutto rinascere i giardini. Questi sforzi sono stati continuati dal suo discendente Henri Carvallo e il Castello è ormai visitato da circa 400 000 persone ogni anno. Attualmente i giardini occupano una superficie di più di 6 ha su 3 livelli e circondati da file di tigli.
Il Giardino d'Acqua è il più in alto, è in stile classico con i suoi fiori e il suo specchio.
Il Giardino intermedio è un Giardino Ornamentale e possiede soprattutto bossi e tassi. All'altezza del Castello si trova l'Orto con verdure, alberi da frutto e fiori; è diviso in 9 quadrati delle stesse dimensioni: all'interno di questi però i disegni geometrici sono tutti diversi ed ogni quadrato è caratterizzato da un colore. Piante cosi diverse, ornamentali e da orto, si sposano alla perfezione e l'accostamento di rose e cavoli, di begonia e insalata, di tulipani e peperoncini è una piacevolissima sorpresa.
L'origine dell'orto (o giardino di verdura) risale al Medio Evo: in effetti i monaci nelle loro abbazie amavano disporre le verdure secondo forme geometriche e le numerose croci dei giardini di Villandry ci ricordano questa origine monastica. In più per rallegrare le sue aiuole, il monaco vi aggiungeva dei cespugli di rose: questi, piantati simmetricamente starebbero a simboleggiare il monaco che zappa il suo orticello.
La seconda influenza viene dall'Italia e apporta a questo orto monastico elementi decorativi: fontane, aiuole di fiori, statue. I giardinieri francesi del 16° secolo riuniscono queste due ispirazioni, la monastica francese e l'italiana per creare un giardino di cui avevano bisogno per le rose e le nuove verdure provenienti dall'America, che chiameranno "orto decorativo". Androuet du Cerceau ha descritto queste prime opere e Joaquim Carvallo vi si è ispirato quando ha ridisegnato gli orti. Nel 2008 è stato aperto un nuovo giardino, il Giardino del Sole, sulla più alta terrazza del possedimento: a forma di stella appare come un omaggio all'arte moresca (e al bellissimo soffitto del Salone Orientale, all'interno del Castello). Fedele alla tradizione di Villandry prende la forma di un chiostro di vegetazione, formato da tre specie vegetali distinte.
Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu