SCHEDA DESTINAZIONE
Monumenti principali
Bourg-en-Bresse - Francia - Francia alpina
Monumenti principali
Chiesa Notre Dame - Costruita dal 1505 al 1652, ma che presenta ugualmente omogeneità ed armonia con un'elegante facciata ovest in stile rinascimentale. Iniziata dal bressano Jean de Loriol, vescovo di Nizza, sui resti di una chiesa romanica (12° secolo) dedicata a Maria e meta di importanti pellegrinaggi. Esternamente presenta un'abside ed una navata fiammeggianti. Un triplo portale in stile rinascimentale orna la facciata: la porta centrale è sormontata da una Vergine col Bambino (copia di un'opera di Coysevox del 17° secolo). L'alto campanile fu innalzato sotto il regno di Luigi XIV, ma la cupola e il lanternone, distrutti alla Rivoluzione sono stati ricostruiti all'inizio del 20° secolo da Tony Ferret. Il carillon suona tutti i giorni alle 7.50, alle 11.50 e alle 18.50. Nel 1992 N.D. di Bourg fu elevata al rango di co-Cattedrale.
Municipio - Eretto nel 1771. Sul frontone triangolare lo stemma della città. Al momento della costruzione del Palazzo vi era il giglio reale, mentre ora la Croce di S. Maurizio ricorda l'appartenenza di Bourg alla Savoia per circa 400 anni. All'angolo del Municipio si nota l'Hotel de Bohan con la bella facciata in pietra bianca del Revermont del 17° secolo.
La porta dei Giacobini - Passaggio obbligato per recarsi all'omonima chiesa dei Dominicani, bruciata durante la Rivoluzione, è il monumento più antico della città (1437). Fu fatta costruire da Guillod, ricco mercante cittadino e ancora oggi questo bell'arco di pietra domina con la sua elegante silhouette gotica la Piazza Edgard Quinet (sempre molto animata e dove è piacevole attardarsi ai tavoli dei caffé). Nella piazza troviamo anche la Fontana dei 4 cammini di Avoscan del 1989 che rappresenta i 4 fiumi della zona: l'Ain, il Cone, Il Suran e la Reyssouze. La terra è raffigurata da una palla di 2.25 m di diametro e l'acqua scorre in 4 diverse direzioni. Monastero Reale di Brou
Margherita d'Austria figlia dell'Imperatore Massimiliano 1° (e nipote di Carlo il Temerario) resta vedova a 24 anni del Duca di Savoia Filiberto il Bello. Decide quindi di far costruire alle porte di Bourg-en-Bresse il Monastero Reale di Brou per accogliere tre sontuose tombe: quella di Filiberto il Bello, delle di lui madre Margherita di Borbone e la propria. Nominata nel 1506 Reggente dei Paesi Bassi per conto di suo nipote Carlo V, ella seguì dal Belgio questo grande cantiere, portato a termine in soli 19 anni (1513-1532) e vi invierà i migliori artisti sia dalla Francia che dalle Fiandre. La concezione del monumento è di Jean Perréal, mentre l'architetto è fiammingo Loys Van Boghem.
La chiesa - Edificata fra il 1513 e il 1532 (è contemporanea al Castello di Chenonceau) è un gioiello di stile gotico fiammeggiante, con la presenza dei primi elementi rinascimentali ed un alto tetto di tegole verniciate e colorate. Tombe, pala d'altare, statue e stalli formano un eccezionale campionario di scultura fiamminga del 16° sec. Le sue fastose vetrate sono rimaste intatte e l'interno dell'edificio è impregnato di abbondante luce che gioca sulla pietra bianco dorata. La navata, pura e spoglia, contrasta con il "jubé" ornato di merletto di pietra. Il coro è la parte più importante della chiesa: tutto lo splendore decorativo vi è concentrato, dal suolo alle volte, attorno alle tre tombe e nella cappella di Margherita d'Austria. Costruita su pianta a croce latina, la Chiesa misura 72 metri di lunghezza per 30 di larghezza e l'altezza sotto le volte è di 21 metri. La facciata principale con la parte alta trilobata è riccamente scolpita nella sua parte centrale. il timpano del bel portale rinascimentale rappresenta ai piedi di Cristo con i legami, Filiberto il Bello, Margherita di Savoia e i loro Santi protettori. Sul trumeau S. Nicola da Tolentino a cui la chiesa è dedicata (la festa di questo santo cadeva nel giorno della morte di Filiberto), sui lati S. Pietro e S. Paolo, in alto S. Andrea. Motivi scolpiti in stile gotico fiammeggiante (fogliame e frutti) o di ispirazione rinascimentale (foglie d'alloro, di vigna di acanto) si mescolano ad una decorazione simbolica in cui le palme sono intrecciate a margherite. Troviamo anche le iniziali dei due sposi M e P uniti da corde d'amore, alternate allo stemma della Borgogna (bastoni intrecciati). Le facciate del transetto sono più semplici presentano una parte alta triangolare con pinnacoli. Il campanile quadrato alto 6 piani è situato a sud del coro, fra due cappelle. Il restauro intrapreso nel 1996 ha fatto ritrovare al tetto della chiesa il suo aspetto d'origine (dopo essere stato molto modificato durante i lavori realizzati nel 1759 dai Monaci Agostiniani). La carpenteria alla Mansart è stata sostituita da un sottotetto alla francese più in pendenza e la copertura ritrova la sua policromia di un tempo grazie all'impiego di tegole piatte verniciate e colorate. Il motivo a losanghe presenta i colori dominanti della regione: marrone scuro, color pan di spezie, giallo e verde.
Il monastero - Edificato fra il 1506 e il 1512 per alloggiare gli Agostiniani incaricati di pregare per i principi sepolti a Brou, ha da sempre suscitato ammirazione per la sua ampiezza e bellezza. Possiede 3 chiostri a due piani con gallerie alte e basse, vaste sala a volte ogivali al piano terra, spaziose celle al 1° piano e numerosi e pratici spazi comuni; in tutto più di 4 000 mq di superficie per alloggiare una ventina di monaci che occuparono questi luoghi fino alla Rivoluzione. Oggi ospita un interessante museo con ricche collezioni d'arte francese, fiamminga e italiana dal 15° al 20° secolo, ceramiche e mobilio della Bresse e rinascimentali.
Piuttosto boschiva ma povera di pietre, la terra della Bresse ha da sempre favorito la costruzione di fattorie a travi apparenti e in pisé (terra argillosa, mista a paglia, mista ad acqua). Le meglio conservate sostengono fieramente i loro comignoli saraceni: i primi sono apparsi nel 13° secolo ma ai giorni nostri ne restano solo una trentina fra quelli originali del 17° e 18° secolo. All'interno vi è un enorme focolare, non addossato al muro e sormontato da una cappa sotto la quale ci si può tenere in piedi e un condotto per il fumo a travi apparenti. All'esterno un comignolo simile ad un piccolo campanile (o più raramente ad un reliquiario) a pianta rotonda, quadrata o ottagonale e di ispirazione romanica, gotica o talvolta bizantina con numerose aperture e che termina con un cono, una piramide o una cupoletta di stile barocco. Alti dai 3 ai 5 metri e sormontati da una croce in ferro battuto, pare che accogliessero un tempo una campagna, utile alla vita quotidiana di queste fattorie generalmente isolate. Il loro nome "saraceni" non indica un'origine geografica, ma semplicemente la sopravvivenza del senso che la parola aveva nel MedioEvo e cioè: appartenente ad una civiltà straniera, antica o sconosciuta. Le costruzioni più recenti o monumentali sono fatte con mattoni; la terra della Bresse viene anche utilizzata per la fabbricazione di ceramiche e terrecotte, come quelle prodotte da Meillonnas. Anche il mobilio della Bresse è pregevole per via dei diversi colori del legno, armoniosamente combinati durante la costruzione.
Fonte: Franca Fanti
Monumenti principali
Chiesa Notre Dame - Costruita dal 1505 al 1652, ma che presenta ugualmente omogeneità ed armonia con un'elegante facciata ovest in stile rinascimentale. Iniziata dal bressano Jean de Loriol, vescovo di Nizza, sui resti di una chiesa romanica (12° secolo) dedicata a Maria e meta di importanti pellegrinaggi. Esternamente presenta un'abside ed una navata fiammeggianti. Un triplo portale in stile rinascimentale orna la facciata: la porta centrale è sormontata da una Vergine col Bambino (copia di un'opera di Coysevox del 17° secolo). L'alto campanile fu innalzato sotto il regno di Luigi XIV, ma la cupola e il lanternone, distrutti alla Rivoluzione sono stati ricostruiti all'inizio del 20° secolo da Tony Ferret. Il carillon suona tutti i giorni alle 7.50, alle 11.50 e alle 18.50. Nel 1992 N.D. di Bourg fu elevata al rango di co-Cattedrale.
Municipio - Eretto nel 1771. Sul frontone triangolare lo stemma della città. Al momento della costruzione del Palazzo vi era il giglio reale, mentre ora la Croce di S. Maurizio ricorda l'appartenenza di Bourg alla Savoia per circa 400 anni. All'angolo del Municipio si nota l'Hotel de Bohan con la bella facciata in pietra bianca del Revermont del 17° secolo.
La porta dei Giacobini - Passaggio obbligato per recarsi all'omonima chiesa dei Dominicani, bruciata durante la Rivoluzione, è il monumento più antico della città (1437). Fu fatta costruire da Guillod, ricco mercante cittadino e ancora oggi questo bell'arco di pietra domina con la sua elegante silhouette gotica la Piazza Edgard Quinet (sempre molto animata e dove è piacevole attardarsi ai tavoli dei caffé). Nella piazza troviamo anche la Fontana dei 4 cammini di Avoscan del 1989 che rappresenta i 4 fiumi della zona: l'Ain, il Cone, Il Suran e la Reyssouze. La terra è raffigurata da una palla di 2.25 m di diametro e l'acqua scorre in 4 diverse direzioni. Monastero Reale di Brou
Margherita d'Austria figlia dell'Imperatore Massimiliano 1° (e nipote di Carlo il Temerario) resta vedova a 24 anni del Duca di Savoia Filiberto il Bello. Decide quindi di far costruire alle porte di Bourg-en-Bresse il Monastero Reale di Brou per accogliere tre sontuose tombe: quella di Filiberto il Bello, delle di lui madre Margherita di Borbone e la propria. Nominata nel 1506 Reggente dei Paesi Bassi per conto di suo nipote Carlo V, ella seguì dal Belgio questo grande cantiere, portato a termine in soli 19 anni (1513-1532) e vi invierà i migliori artisti sia dalla Francia che dalle Fiandre. La concezione del monumento è di Jean Perréal, mentre l'architetto è fiammingo Loys Van Boghem.
La chiesa - Edificata fra il 1513 e il 1532 (è contemporanea al Castello di Chenonceau) è un gioiello di stile gotico fiammeggiante, con la presenza dei primi elementi rinascimentali ed un alto tetto di tegole verniciate e colorate. Tombe, pala d'altare, statue e stalli formano un eccezionale campionario di scultura fiamminga del 16° sec. Le sue fastose vetrate sono rimaste intatte e l'interno dell'edificio è impregnato di abbondante luce che gioca sulla pietra bianco dorata. La navata, pura e spoglia, contrasta con il "jubé" ornato di merletto di pietra. Il coro è la parte più importante della chiesa: tutto lo splendore decorativo vi è concentrato, dal suolo alle volte, attorno alle tre tombe e nella cappella di Margherita d'Austria. Costruita su pianta a croce latina, la Chiesa misura 72 metri di lunghezza per 30 di larghezza e l'altezza sotto le volte è di 21 metri. La facciata principale con la parte alta trilobata è riccamente scolpita nella sua parte centrale. il timpano del bel portale rinascimentale rappresenta ai piedi di Cristo con i legami, Filiberto il Bello, Margherita di Savoia e i loro Santi protettori. Sul trumeau S. Nicola da Tolentino a cui la chiesa è dedicata (la festa di questo santo cadeva nel giorno della morte di Filiberto), sui lati S. Pietro e S. Paolo, in alto S. Andrea. Motivi scolpiti in stile gotico fiammeggiante (fogliame e frutti) o di ispirazione rinascimentale (foglie d'alloro, di vigna di acanto) si mescolano ad una decorazione simbolica in cui le palme sono intrecciate a margherite. Troviamo anche le iniziali dei due sposi M e P uniti da corde d'amore, alternate allo stemma della Borgogna (bastoni intrecciati). Le facciate del transetto sono più semplici presentano una parte alta triangolare con pinnacoli. Il campanile quadrato alto 6 piani è situato a sud del coro, fra due cappelle. Il restauro intrapreso nel 1996 ha fatto ritrovare al tetto della chiesa il suo aspetto d'origine (dopo essere stato molto modificato durante i lavori realizzati nel 1759 dai Monaci Agostiniani). La carpenteria alla Mansart è stata sostituita da un sottotetto alla francese più in pendenza e la copertura ritrova la sua policromia di un tempo grazie all'impiego di tegole piatte verniciate e colorate. Il motivo a losanghe presenta i colori dominanti della regione: marrone scuro, color pan di spezie, giallo e verde.
Il monastero - Edificato fra il 1506 e il 1512 per alloggiare gli Agostiniani incaricati di pregare per i principi sepolti a Brou, ha da sempre suscitato ammirazione per la sua ampiezza e bellezza. Possiede 3 chiostri a due piani con gallerie alte e basse, vaste sala a volte ogivali al piano terra, spaziose celle al 1° piano e numerosi e pratici spazi comuni; in tutto più di 4 000 mq di superficie per alloggiare una ventina di monaci che occuparono questi luoghi fino alla Rivoluzione. Oggi ospita un interessante museo con ricche collezioni d'arte francese, fiamminga e italiana dal 15° al 20° secolo, ceramiche e mobilio della Bresse e rinascimentali.
Le fattorie della Bresse
Piuttosto boschiva ma povera di pietre, la terra della Bresse ha da sempre favorito la costruzione di fattorie a travi apparenti e in pisé (terra argillosa, mista a paglia, mista ad acqua). Le meglio conservate sostengono fieramente i loro comignoli saraceni: i primi sono apparsi nel 13° secolo ma ai giorni nostri ne restano solo una trentina fra quelli originali del 17° e 18° secolo. All'interno vi è un enorme focolare, non addossato al muro e sormontato da una cappa sotto la quale ci si può tenere in piedi e un condotto per il fumo a travi apparenti. All'esterno un comignolo simile ad un piccolo campanile (o più raramente ad un reliquiario) a pianta rotonda, quadrata o ottagonale e di ispirazione romanica, gotica o talvolta bizantina con numerose aperture e che termina con un cono, una piramide o una cupoletta di stile barocco. Alti dai 3 ai 5 metri e sormontati da una croce in ferro battuto, pare che accogliessero un tempo una campagna, utile alla vita quotidiana di queste fattorie generalmente isolate. Il loro nome "saraceni" non indica un'origine geografica, ma semplicemente la sopravvivenza del senso che la parola aveva nel MedioEvo e cioè: appartenente ad una civiltà straniera, antica o sconosciuta. Le costruzioni più recenti o monumentali sono fatte con mattoni; la terra della Bresse viene anche utilizzata per la fabbricazione di ceramiche e terrecotte, come quelle prodotte da Meillonnas. Anche il mobilio della Bresse è pregevole per via dei diversi colori del legno, armoniosamente combinati durante la costruzione.
Fonte: Franca Fanti
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