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Cosa vedere ad Arles
Arles - Francia - Francia meridionale, Provenza Alpi Costa Azzurra
Cosa vedere ad Arles
Ponte Langlois
I locali lo chiamano "Il ponte di Van Gogh", in omaggio al quadro che il genio dipinse nel marzo del 1888. Questo ponte si chiamava in realtà "ponte Réginel" ed era situato sul canale che da Arles va a Port de Bouc. Ora è stato spostato: si trova a sud di Arles, sulla strada per Port Louis ed è classificato monumento storico dal 1888. Langlois era il nome del preposto ad azionare il ponte. Vincent ha disegnato e dipinto questo ponte numerose volte perchè gli ricordava il suo paese natale, l'Olanda. Scrisse a suo fratello Teo: "Ho trovato una cosa divertente che non si vede tutti i giorni, é il ponte levatoio con macchinetta gialla e gruppo di lavandaie, un abbozzo in cui la terra é rosso vivo, l'erba verdissima, il cielo e l'acqua blu". Chiesa e Chiostro Saint-Trophime
Ex cattedrale, è la chiesa in stile romanico più interessante della regione: fu costruita tra l'11° e il 12° secolo, sul sito dell'antica Basilica di S. Stefano (risalente al 5° secolo). Modificata più volte ospita le reliquie del santo evangelizzatore della Provenza (di cui prese il nome nel12° secolo) e che divenne anche patrono di Arles. L'edifiicio fu completato nel 1180 con un campanile squadrato in stile romanico-lombardo. Nel 1178 ospitò l'incoronazione di Federico Barbarossa.
L'interno è sorprendente, sia per la disparità di dimensioni tra la slanciata navata centrale (con volta ogivale) e le strette navatelle laterali (con volte a botte), sia per il contrasto tra la sobrietà romanica della navata e l'esuberanza gotica del coro. Vi sono conservati arazzi di Aubusson del 17° secolo (sulle pareti laterali) ed un sarcofago paleocristiano (4° secolo) nella Cappella del S. Sepolcro (a destra di quella absidiale).
Il portale del Giudizio Universale (fine del 12° secolo), è tra le massime espressioni della scultura romanica. Sui due lati statue di Santi alternati a colonnine; sotto i piedi di S. Pietro e S. Paolo, leoni stilofori ricordano la presenza del maligno annientato dalla Fede; nei rilievi della cornice superiore gli Eletti e i Dannati; sui capitelli a fianco dei battenti l'Annunciazione (a sinistra) e la Natività (a destra); sull'architrave i 12 Apostoli e nel sovrastante timpano Cristo Re attorniato dai simboli degli Evangelisti.
Questo anfiteatro romano costruito alle fine del 1° secolo d.C. occupa una vasta piattaforma intagliata nella roccia, sul fianco nord della collina. Di forma elittica raggiunge la lunghezza massima di 136 m e la larghezza di 107 m, per una superficie di circa 11 500 mq (per le sue dimensioni è il 20° anfiteatro del Mondo Romano): poteva contenere fino a 20 000 spettatori. E' provvisto di una serie di gallerie con più di 60 aperture; è peggio conservata rispetto all'Arena di Nimes e la parte alta delle gradinate è stata distrutta. Ai tempi dei romani ospitava sanguinari spettacoli di gladiatori; nel Medioevo (dall'8° secolo) fu trasformato in una fortezza capace di accogliere un intero villaggio e 2 chiese e furono aggiunte 3 torri di guardia.
Cosa vedere ad Arles
Ponte Langlois
I locali lo chiamano "Il ponte di Van Gogh", in omaggio al quadro che il genio dipinse nel marzo del 1888. Questo ponte si chiamava in realtà "ponte Réginel" ed era situato sul canale che da Arles va a Port de Bouc. Ora è stato spostato: si trova a sud di Arles, sulla strada per Port Louis ed è classificato monumento storico dal 1888. Langlois era il nome del preposto ad azionare il ponte. Vincent ha disegnato e dipinto questo ponte numerose volte perchè gli ricordava il suo paese natale, l'Olanda. Scrisse a suo fratello Teo: "Ho trovato una cosa divertente che non si vede tutti i giorni, é il ponte levatoio con macchinetta gialla e gruppo di lavandaie, un abbozzo in cui la terra é rosso vivo, l'erba verdissima, il cielo e l'acqua blu". Chiesa e Chiostro Saint-Trophime
Ex cattedrale, è la chiesa in stile romanico più interessante della regione: fu costruita tra l'11° e il 12° secolo, sul sito dell'antica Basilica di S. Stefano (risalente al 5° secolo). Modificata più volte ospita le reliquie del santo evangelizzatore della Provenza (di cui prese il nome nel12° secolo) e che divenne anche patrono di Arles. L'edifiicio fu completato nel 1180 con un campanile squadrato in stile romanico-lombardo. Nel 1178 ospitò l'incoronazione di Federico Barbarossa.
L'interno è sorprendente, sia per la disparità di dimensioni tra la slanciata navata centrale (con volta ogivale) e le strette navatelle laterali (con volte a botte), sia per il contrasto tra la sobrietà romanica della navata e l'esuberanza gotica del coro. Vi sono conservati arazzi di Aubusson del 17° secolo (sulle pareti laterali) ed un sarcofago paleocristiano (4° secolo) nella Cappella del S. Sepolcro (a destra di quella absidiale).
Il portale del Giudizio Universale (fine del 12° secolo), è tra le massime espressioni della scultura romanica. Sui due lati statue di Santi alternati a colonnine; sotto i piedi di S. Pietro e S. Paolo, leoni stilofori ricordano la presenza del maligno annientato dalla Fede; nei rilievi della cornice superiore gli Eletti e i Dannati; sui capitelli a fianco dei battenti l'Annunciazione (a sinistra) e la Natività (a destra); sull'architrave i 12 Apostoli e nel sovrastante timpano Cristo Re attorniato dai simboli degli Evangelisti.
L'Arena
Questo anfiteatro romano costruito alle fine del 1° secolo d.C. occupa una vasta piattaforma intagliata nella roccia, sul fianco nord della collina. Di forma elittica raggiunge la lunghezza massima di 136 m e la larghezza di 107 m, per una superficie di circa 11 500 mq (per le sue dimensioni è il 20° anfiteatro del Mondo Romano): poteva contenere fino a 20 000 spettatori. E' provvisto di una serie di gallerie con più di 60 aperture; è peggio conservata rispetto all'Arena di Nimes e la parte alta delle gradinate è stata distrutta. Ai tempi dei romani ospitava sanguinari spettacoli di gladiatori; nel Medioevo (dall'8° secolo) fu trasformato in una fortezza capace di accogliere un intero villaggio e 2 chiese e furono aggiunte 3 torri di guardia.
Fonte: Franca Fanti