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Una panoramica su Verdun
Verdun - Francia - Francia nord-orientale

Una panoramica su Verdun
Cittadina della Lorena, nel dipartimento della Mosa. Sede vescovile fin dal 4° secolo, annessa all'Impero di Germania nell'880, passò alla Francia col trattato di Vestfalia (1648). Durante la prima guerra mondiale sostenne l'urto tedesco dal 21 febbraio al 18 dicembre 1916. La più celebre e sanguinosa battaglia del secolo inizia il 21 febbraio 1916 con un'offensiva tedesca su Verdun, e viene proseguita da febbraio a giugno con asprissimi combattimenti, che causarono gravi perdite sia ai francesi (350 000 uomini) sia ai tedeschi (280 000).
La battaglia non riuscì però a impedire la successiva offensiva anglofrancese della Somme; risollevò, anzi, il morale dei francesi che al comando del generale Pétain esercitarono un'ostinata resistenza fino a contrattaccare nell'autunno 1916 e a vincere nel dicembre 1916. 300 giorni e 300 notti di combattimenti accaniti e terribili: 26 milioni di obici sparati dall'artiglieria (6 obici/mq), migliaia di corpi fatti a pezzi, circa 300 000 soldati francesi e tedeschi dati per dispersi. Nel cuore del campo di battaglia, su un settore devastato, su una terra che porta ancora oggi i segni degli aspri combattimenti fu eretto dal 1920 al 1932 l'Ossario di Douaumont per iniziativa di Mgr Ginisty, vescovo di Verdun.

L'ossario riunisce i resti di 130 000 militi ignoti e ogni mezz'ora è possibile vedere una proiezione di 20 mn ("L'eroismo del combattente di Verdun" - no italiano). Davanti all'Ossario un cimitero di guerra conta circa 15 000 croci sulle sepolture di altrettanti soldati francesi morti durante la terribile battaglia. La torre alta 46 metri offre dalla sua cima una vista panoramica ed una tavola orientativa. La Campana della Vittoria risuona in occasione delle cerimonie importanti e il faro (la lanterna dei morti) illumina il campo di battaglia. Al primo piano si trova il Museo di Guerra che racchiude anche reliquie dei villaggi distrutti, vedute stereoscopiche in rilievo del campo di battaglia e numerose armi. Si possono vedere anche un mortaio tedesco da 76 mm in perfetto stato di conservazione, "il Minenwerfer", classificato Monumento Storico. Gli architetti sono stati Axema (vincitore del Grand Prix de Rome), Edrei e Hardy (con Diploma Governativo). Nel chiostro, lungo 137 metri, ci sono le tombe rappresentanti i settori geografici della Battiglia di Verdun e il treppede dove brucia la fiamma del ricordo durante le ceremonie. Le tombe ricoprono i resti di 130 000 militi ignoti. Ogni pietra incisa rappresenta il nome di un soldato scomparso.



Fonte: Franca Fanti