SCHEDA DESTINAZIONE
Un po' di storia di Torino
Torino - Italia - Piemonte
Un po' di storia di Torino
La storia della città inizia intorno al 30 a.C quando viene fondata dai romani con il nome di Augusta Taurinorum. Data la sua posizione strategica, costituiva allora l'avamposto romano verso le Gallie e il centro delle principali vie di comunicazione dell'epoca verso il mondo transalpino.
La città venne creata con il tradizionale impianto ortogonale delle colonie romane, e cioè con isolati quadrati e una struttura muraria quasi quadrata.
La posizione strategica di Torino oltre a darle dei benefici le produsse anche danni durante il conflitto tra Costantino e Massenzio e, con la caduta dell'Impero romano, la città venne devastata più volte dal passaggio delle orde barbariche.
I Longobardi le restituirono un po' di quiete: la città divenne la capitale di uno dei quattro ducati dell'odierno Piemonte e visse tranquilla per un paio di secoli.
Quiete che si interruppe con lo scontro tra Longobardi e Franchi che vide in Torino uno dei suoi terreni di battaglia.
All'ascesa dei Franchi la città divenne sede giudiziaria.
Arrivò poi la stagione dei vescovi con la crisi dell'impero e l'avvento in città del cristianesimo. Vescovi tra i quali S. Massimo e Claudio che assunsero il governo della città.
Nel X° secolo vi furono importanti trasformazioni nel territorio piemontese e Torino divenne il centro principale della marca ceduta da re Berengario II ai conti di Auriate e comprendente la val di Lanzo, l'Astigiano e la costa compresa tra Finale Ligure e l'odierno Principato di Monaco.
Con il marchesato di Adelaide gli interessi della famiglia si spostarono verso la valle di Susa, facendo proprio di Susa il centro più importante del suo territorio. Una realtà sancita dal matrimonio di Adelaide con Oddone di Moriana, appartenente alla dinastia che governava l'altro lato del Moncenisio e che avrebbe poi dato vita ai Savoia.
Se i Savoia rafforzavano il loro dominio nei territori tra Francia e Italia, Torino viveva l'ultima stagione di libero Comune raccolto intorno al suo vescovo, massima autorità cittadina. Nei conflitti tra Impero e Papato Torino si schierò di volta in volta con chi le garantiva l'indipendenza dal minaccioso potere dei Savoia e questo comportamento la portò a subire l'egemonia dell'allora più ricca Asti.
Nel 1280 avvenne il temuto passaggio di Torino ai Savoia e la fine del libero Comune. L'annessione della città al territorio sabaudo non mutò per lungo tempo il clima politico torinese: le lotte tra i guelfi (filosabaudi) e i ghibellini (filomonferrini e astigiani) continuarono.
L'avvento dei Savoia coincise, nel Quattrocento, con la trasformazione di Torino da piccola città, al centro di uno dei più importanti crocevia dell'Italia occidentale, in città di dimensione regionale. Nel 1404 venne fondata l'Università e nel corso del secolo i Savoia trasformarono la città nel polo amministrativo ed economico dei loro domini italiani.
Durante il regno di Carlo II, padre di Emanuele Filiberto, Torino diventò, di fatto, la capitale del ducato sabaudo: l'apparato amministrativo e giudiziario torinese avevano dimensioni molto più importanti di quello attivo nella capitale Chambery.
Anche per numero di abitanti Torino la superava. E la scelta di Emanuele Filiberto di portare la capitale a Torino, nel 1563, dopo il trattato di Chateau-Cambresis, fu quasi naturale.
Torino, nel suo nuovo ruolo, fu radicalmente trasformata nel giro di pochi anni, per meglio rispondere alle esigenze dei Savoia.
Emanuele Filiberto dotò immediatamente la sua capitale di una modernissima cittadella, realizzata nel giro di due anni, dal 1564 al 1566 su progetto di Francesco Paciotto. Impose anche il trasferimento della sede del potere ducale da Palazzo Madama al Palazzo del Vescovo poi trasformato nel Palazzo Reale.
Fu il figlio di Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele I a dare il via alle trasformazioni urbanistiche: sotto il suo regno fu infatti realizzato l'ampliamento cittadino con la costruzione dell'attuale via Roma, che conduceva da piazza Castello alla Porta Nuova. Poi procedette all'abbellimento del Palazzo Reale ed alla costruzione della nuova Galleria.
Lo sviluppo di Torino conobbe una brusca frenata nel 1630, con la terribile peste che decimò gli abitanti.
I regni dei successori di Carlo Emanuele furono deboli, funestati dalle morti precoci dei duchi e caratterizzati dalle reggenze delle Madame Reali. Ma con una queste, in particolare, Maria Giovanna di Savoia Nemours che fu reggente per dieci anni per il figlio Vittorio Amedeo II si ebbe lo sviluppo architettonico di Torino che assunse l'aspetto architettonico giunto fino ai nostri giorni..
Tra il 1701 e il 1714 la guerra di successione spagnola mise a dura prova Torino, che si trovò a lungo assediata dai Francesi. Alle ultime fasi dell'assedio appartiene anche l'eroico gesto di Pietro Micca, che perse consapevolmente la vita per tagliare le strade della Torino sotterranea ai Francesi.
Il Trattato di Utrecht, nel 1713, trasformò il Ducato in Regno e assegnò ai nuovi re anche il dominio della Sicilia, pochi mesi dopo sostituita con la Sardegna.
L'avventura di Napoleone Bonaparte in Italia lasciò sul trono Vittorio Amedeo III, ma, all'ascesa di Carlo Emanuele IV, debole e inetto, avvenne l'annessione dei territori sabaudi alla Francia. Nel 1799 l'intervento della coalizione austro-russa cacciò provvisoriamente i Francesi, ma, nel 1800, dopo la vittoria di Marengo, le truppe napoleoniche rientrarono a Torino per rimanervi 14 anni.
Nel 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Torino divenne una delle 25 principali città della Repubblica francese.
Il Congresso di Vienna restituì Torino e il Piemonte ai Savoia e con il ritorno di Vittorio Emanuele I la città ritrovò il suo status di capitale. Ma l'ancien regime non poteva essere più quello di prima: le inquietudini romantiche, le aspirazioni all'unità d'Italia, i movimenti carbonari e poi mazziniani erano i primi segni del Risorgimento.
Alla morte di Carlo Felice, con l'estinzione del ramo principale dei Savoia, il trono passò al ramo cadetto dei Savoia-Carignano: divenne re Carlo Alberto, che in gioventù aveva acceso le speranze di patrioti e liberali.
Nel 1848 concesse la libertà di culto ai valdesi e, finalmente, lo Statuto.
Ma il 1848 fu soprattutto l'anno in cui la dinastia sabauda si pose alla testa del movimento unitario italiano: Carlo Alberto, spinto dall'entusiasmo popolare e per controbilanciare le aspirazioni repubblicane presenti in settori influenti dei patrioti, dichiarò guerra all'Austria.
La sconfitta di Novara, nel 1849, pose fine al suo regno. Salì al trono il figlio, Vittorio Emanuele II e con lui iniziò la stagione risorgimentale che avrebbe finalmente portato all'Unità d'Italia e Torino sarebbe diventata la prima Capitale del nuovo Stato.
Fonte: Redazione
Un po' di storia di Torino
La storia della città inizia intorno al 30 a.C quando viene fondata dai romani con il nome di Augusta Taurinorum. Data la sua posizione strategica, costituiva allora l'avamposto romano verso le Gallie e il centro delle principali vie di comunicazione dell'epoca verso il mondo transalpino.
La città venne creata con il tradizionale impianto ortogonale delle colonie romane, e cioè con isolati quadrati e una struttura muraria quasi quadrata.
La posizione strategica di Torino oltre a darle dei benefici le produsse anche danni durante il conflitto tra Costantino e Massenzio e, con la caduta dell'Impero romano, la città venne devastata più volte dal passaggio delle orde barbariche.
I Longobardi le restituirono un po' di quiete: la città divenne la capitale di uno dei quattro ducati dell'odierno Piemonte e visse tranquilla per un paio di secoli.
Quiete che si interruppe con lo scontro tra Longobardi e Franchi che vide in Torino uno dei suoi terreni di battaglia.
All'ascesa dei Franchi la città divenne sede giudiziaria.
Arrivò poi la stagione dei vescovi con la crisi dell'impero e l'avvento in città del cristianesimo. Vescovi tra i quali S. Massimo e Claudio che assunsero il governo della città.
Nel X° secolo vi furono importanti trasformazioni nel territorio piemontese e Torino divenne il centro principale della marca ceduta da re Berengario II ai conti di Auriate e comprendente la val di Lanzo, l'Astigiano e la costa compresa tra Finale Ligure e l'odierno Principato di Monaco.
Con il marchesato di Adelaide gli interessi della famiglia si spostarono verso la valle di Susa, facendo proprio di Susa il centro più importante del suo territorio. Una realtà sancita dal matrimonio di Adelaide con Oddone di Moriana, appartenente alla dinastia che governava l'altro lato del Moncenisio e che avrebbe poi dato vita ai Savoia.
Se i Savoia rafforzavano il loro dominio nei territori tra Francia e Italia, Torino viveva l'ultima stagione di libero Comune raccolto intorno al suo vescovo, massima autorità cittadina. Nei conflitti tra Impero e Papato Torino si schierò di volta in volta con chi le garantiva l'indipendenza dal minaccioso potere dei Savoia e questo comportamento la portò a subire l'egemonia dell'allora più ricca Asti.
Nel 1280 avvenne il temuto passaggio di Torino ai Savoia e la fine del libero Comune. L'annessione della città al territorio sabaudo non mutò per lungo tempo il clima politico torinese: le lotte tra i guelfi (filosabaudi) e i ghibellini (filomonferrini e astigiani) continuarono.
L'avvento dei Savoia coincise, nel Quattrocento, con la trasformazione di Torino da piccola città, al centro di uno dei più importanti crocevia dell'Italia occidentale, in città di dimensione regionale. Nel 1404 venne fondata l'Università e nel corso del secolo i Savoia trasformarono la città nel polo amministrativo ed economico dei loro domini italiani.
Durante il regno di Carlo II, padre di Emanuele Filiberto, Torino diventò, di fatto, la capitale del ducato sabaudo: l'apparato amministrativo e giudiziario torinese avevano dimensioni molto più importanti di quello attivo nella capitale Chambery.
Anche per numero di abitanti Torino la superava. E la scelta di Emanuele Filiberto di portare la capitale a Torino, nel 1563, dopo il trattato di Chateau-Cambresis, fu quasi naturale.
Torino, nel suo nuovo ruolo, fu radicalmente trasformata nel giro di pochi anni, per meglio rispondere alle esigenze dei Savoia.
Emanuele Filiberto dotò immediatamente la sua capitale di una modernissima cittadella, realizzata nel giro di due anni, dal 1564 al 1566 su progetto di Francesco Paciotto. Impose anche il trasferimento della sede del potere ducale da Palazzo Madama al Palazzo del Vescovo poi trasformato nel Palazzo Reale.
Fu il figlio di Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele I a dare il via alle trasformazioni urbanistiche: sotto il suo regno fu infatti realizzato l'ampliamento cittadino con la costruzione dell'attuale via Roma, che conduceva da piazza Castello alla Porta Nuova. Poi procedette all'abbellimento del Palazzo Reale ed alla costruzione della nuova Galleria.
Lo sviluppo di Torino conobbe una brusca frenata nel 1630, con la terribile peste che decimò gli abitanti.
I regni dei successori di Carlo Emanuele furono deboli, funestati dalle morti precoci dei duchi e caratterizzati dalle reggenze delle Madame Reali. Ma con una queste, in particolare, Maria Giovanna di Savoia Nemours che fu reggente per dieci anni per il figlio Vittorio Amedeo II si ebbe lo sviluppo architettonico di Torino che assunse l'aspetto architettonico giunto fino ai nostri giorni..
Tra il 1701 e il 1714 la guerra di successione spagnola mise a dura prova Torino, che si trovò a lungo assediata dai Francesi. Alle ultime fasi dell'assedio appartiene anche l'eroico gesto di Pietro Micca, che perse consapevolmente la vita per tagliare le strade della Torino sotterranea ai Francesi.
Il Trattato di Utrecht, nel 1713, trasformò il Ducato in Regno e assegnò ai nuovi re anche il dominio della Sicilia, pochi mesi dopo sostituita con la Sardegna.
L'avventura di Napoleone Bonaparte in Italia lasciò sul trono Vittorio Amedeo III, ma, all'ascesa di Carlo Emanuele IV, debole e inetto, avvenne l'annessione dei territori sabaudi alla Francia. Nel 1799 l'intervento della coalizione austro-russa cacciò provvisoriamente i Francesi, ma, nel 1800, dopo la vittoria di Marengo, le truppe napoleoniche rientrarono a Torino per rimanervi 14 anni.
Nel 1802 il Piemonte fu annesso alla Francia e Torino divenne una delle 25 principali città della Repubblica francese.
Il Congresso di Vienna restituì Torino e il Piemonte ai Savoia e con il ritorno di Vittorio Emanuele I la città ritrovò il suo status di capitale. Ma l'ancien regime non poteva essere più quello di prima: le inquietudini romantiche, le aspirazioni all'unità d'Italia, i movimenti carbonari e poi mazziniani erano i primi segni del Risorgimento.
Alla morte di Carlo Felice, con l'estinzione del ramo principale dei Savoia, il trono passò al ramo cadetto dei Savoia-Carignano: divenne re Carlo Alberto, che in gioventù aveva acceso le speranze di patrioti e liberali.
Nel 1848 concesse la libertà di culto ai valdesi e, finalmente, lo Statuto.
Ma il 1848 fu soprattutto l'anno in cui la dinastia sabauda si pose alla testa del movimento unitario italiano: Carlo Alberto, spinto dall'entusiasmo popolare e per controbilanciare le aspirazioni repubblicane presenti in settori influenti dei patrioti, dichiarò guerra all'Austria.
La sconfitta di Novara, nel 1849, pose fine al suo regno. Salì al trono il figlio, Vittorio Emanuele II e con lui iniziò la stagione risorgimentale che avrebbe finalmente portato all'Unità d'Italia e Torino sarebbe diventata la prima Capitale del nuovo Stato.
Fonte: Redazione