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Un po' di storia di San Gimignano
San Gimignano - Italia - Toscana
Un po' di storia di San Gimignano
San Gimignano nacque su un colle certamente abitato dagli etruschi almeno dal III secolo a.c. come provano numerosi ritrovamenti archeologici.
Ma la prima notizia del "borgo" si ha nel 929 ed alla fine del X° secolo è segnalato nell'itinerario lungo la via Francigena dall'arcivescovo Segerico come punto di intersezione con la strada fra Pisa e Siena.
Il nome di San Gimignano deriverebbe da quello del Santo Vescovo di Modena che avrebbe difeso l'insediamento dall'occupazione delle orde barbariche di Attila.
Dopo il 1150 San Gimignano vide espandere le attività commerciali e conobbe progressivamente quello splendore economico che lo portò nel 1199 a guadagnarsi l'indipendenza comunale rispetto ai vescovi di Volterra.
Base del benessere della cittadina era il commercio di pregiati prodotti agricoli locali come lo zafferano venduto anche all'Estero, in Francia, nei Paesi Bassi, fino in Siria. E alla base delle fortune di San Gimignano furono nel Duecento anche le attività di speculazione finanziaria.
Nacque così un ceto aristocratico urbano che manifestò la propria potenza nella costruzione delle torri che nel Trecento arrivarono fino a 72.
Ma le notevoli disponibilità economiche vennero investite fra il Duecento e il Trecento anche nella costruzione di importanti opere pubbliche che hanno dato alla città la struttura e l'articolazione che è giunta intatta fino ad oggi.
La cittadina fu suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni.
A San Gimignano si insediarono anche vari ordini religiosi: i francescani fuori porta San Giovanni (1247), gli agostiniani alla porta San Matteo (1280), i domenicani a Montestaffoli (1335) e le benedettine di San Girolamo presso la Porta San Jacopo (1337).
E dall'8 maggio del 1300 il Comune di San Gimignano ospitò persino Dante Alighieri come ambasciatore della Lega Guelfa in Toscana.
Colpita dalla peste nera e dalla carestia del 1348, che decimò la popolazione, San Gimignano finì nel 1351 per rinunciare alla propria autonomia e a consegnarsi spontaneamente a Firenze.
Ma il XIV° e XV° secolo, nonostante la decadenza politica ed economica, furono importanti dal punto di vista artistico, vista la presenza in città di numerosi maestri, senesi e fiorentini, chiamati dagli ordini religiosi ad abbellire i loro possedimenti. Lavorarono a San Gimignano Memmo di Filippuccio, Lippo e Federico Memmi, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, il Pollaiolo...
Dalla fine dell'Ottocento la cittadina ha visto una sua progressiva rinascita grazie al crescente flusso turistico per ammirare un centro che ha saputo conservare intatte la sua originaria bellezza architettonica e le proprie opere d'arte.
Fonte: Redazione
Un po' di storia di San Gimignano
San Gimignano nacque su un colle certamente abitato dagli etruschi almeno dal III secolo a.c. come provano numerosi ritrovamenti archeologici.
Ma la prima notizia del "borgo" si ha nel 929 ed alla fine del X° secolo è segnalato nell'itinerario lungo la via Francigena dall'arcivescovo Segerico come punto di intersezione con la strada fra Pisa e Siena.
Il nome di San Gimignano deriverebbe da quello del Santo Vescovo di Modena che avrebbe difeso l'insediamento dall'occupazione delle orde barbariche di Attila.
Dopo il 1150 San Gimignano vide espandere le attività commerciali e conobbe progressivamente quello splendore economico che lo portò nel 1199 a guadagnarsi l'indipendenza comunale rispetto ai vescovi di Volterra.
Base del benessere della cittadina era il commercio di pregiati prodotti agricoli locali come lo zafferano venduto anche all'Estero, in Francia, nei Paesi Bassi, fino in Siria. E alla base delle fortune di San Gimignano furono nel Duecento anche le attività di speculazione finanziaria.
Nacque così un ceto aristocratico urbano che manifestò la propria potenza nella costruzione delle torri che nel Trecento arrivarono fino a 72.
Ma le notevoli disponibilità economiche vennero investite fra il Duecento e il Trecento anche nella costruzione di importanti opere pubbliche che hanno dato alla città la struttura e l'articolazione che è giunta intatta fino ad oggi.
La cittadina fu suddivisa in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad una porta principale: quella di Piazza, di Castello, di San Matteo e di San Giovanni.
A San Gimignano si insediarono anche vari ordini religiosi: i francescani fuori porta San Giovanni (1247), gli agostiniani alla porta San Matteo (1280), i domenicani a Montestaffoli (1335) e le benedettine di San Girolamo presso la Porta San Jacopo (1337).
E dall'8 maggio del 1300 il Comune di San Gimignano ospitò persino Dante Alighieri come ambasciatore della Lega Guelfa in Toscana.
Colpita dalla peste nera e dalla carestia del 1348, che decimò la popolazione, San Gimignano finì nel 1351 per rinunciare alla propria autonomia e a consegnarsi spontaneamente a Firenze.
Ma il XIV° e XV° secolo, nonostante la decadenza politica ed economica, furono importanti dal punto di vista artistico, vista la presenza in città di numerosi maestri, senesi e fiorentini, chiamati dagli ordini religiosi ad abbellire i loro possedimenti. Lavorarono a San Gimignano Memmo di Filippuccio, Lippo e Federico Memmi, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, il Pollaiolo...
Dalla fine dell'Ottocento la cittadina ha visto una sua progressiva rinascita grazie al crescente flusso turistico per ammirare un centro che ha saputo conservare intatte la sua originaria bellezza architettonica e le proprie opere d'arte.
Fonte: Redazione