SCHEDA DESTINAZIONE
Plougastel Daoulas, St. Thégonnec, La Roche Maurice
Bretagna - Francia - Francia nord-ovest

Plougastel Daoulas, St. Thégonnec, La Roche Maurice
PLOUGASTEL DAOULAS
Dopo l'epidemia di peste del 1598 fu decisa la costruzione di un monumento per allontanare il flagello e l'intera popolazione pertecipò allo sforzo finanziario. Nel 1602 il basamento era pronto. L'eccezionale monumento, detto "calvario" fu terminato 2 anni dopo (1604) ma purtroppo non porta la firma del suo costruttore. I bombardamenti del 1944 gli causarono danni abbastanza gravi ed è grazie al sostegno di un mecenate americano (J.D. Skilton) che si è potuto effettuare il restauro.
I lavori sono stati terminati nel 1949 con l'ausilio dello scultore Millet. Si nota l'utilizzo di due diversi materiali (pietra gialla di Logonna per lo zoccolo e kersantite, pietra facile da lavorare e abbondante in Bretagna, per le sculture). Le 181 figure scolpite, un tempo policrome, ricostruiscono la vita di Gesù e formano gruppi dall'aspetto ieratico, organizzati su due registri (superiore e inferiore). Per leggerlo bisogna mettersi danti alla scena dell'Annunciazione e poi girare in senso antiorario. Questi motivi riguardanti la passione, molto diffusi nei calvari bretoni, sono all'origine della leggenda del Santo Graal (il vaso sacro contenente il sangue del Signore) e delle storie del ciclo della Tavola Rotonda.

ST. THÉGONNEC
L'8 giugno 1998 un terribile incendio ha gravemente danneggiato la chiesa del complesso parrocchiale di St. Thégonnec, uno dei più belli della regione, provocando danni al transetto, alla navata sinistra, alle vetrate del 17° secolo e agli arredi interni in generale. Il Calvario è del 1610, con numerosi gruppi che rappresentano scene della Passione e reca in una nicchia la statua di St. Thégonnec su un carro trainato dai lupi. La chiesa che conserva il campanile originale (rinascimentale) accoglie un pulpito del 1683, pale d'altare barocche e rivestimenti lignei del 17° e 18° secolo, soprattutto nei bracci del transetto.


LA ROCHE MAURICE
Il nome di questo piccolo villaggio di 1 600 abitanti ricorda un'antica fortezza, eretta nel 12° secolo dal signore del luogo Morvan (tradotto arbitrariamente in francese come Maurice) e distrutta nel 15° secolo, della quale restano soltanto alcune rovine. Ben conservato è invece il suo complesso parrocchiale del 16° e 17° secolo, a cui si accede passando davanti a tre croci in kersantite che portano il Cristo e i due ladroni. L'ossario, a pianta rettangolare è un esempio perfetto di architettura locale. Sulla porta della facciata principale un frontone triangolare su cui compare l'iscrizione "Ricordati il mio giudizio, cosi sarà anche il tuo: oggi a me, domani a te" e la data 1639. La base della stessa facciata prsenta una galleria di 7 personaggi, alcuni rovinati alla Rivoluzione, che simboleggiano le diverse classi sociali, tutte destinate a morire. All'angolo sinistro l'Ankou, scheletro che brandisce una freccia e dice "Vi uccido tutti". Sulla porta d'ingresso un altro frontone con l'iscrizione "Ricordati uomo che non sei altro che polvere".

La chiesa, dedicata a S.Ivo fu edificata fra il 1509 e il 1589, sul sito di una precedente chiesa del 14° secolo. La statua del patrono domina il portale ovest (posto sotto il campanile del 1589): si trova fra S. Antonio da Padova e S. Vincenzo Ferreri. Si entra dal portale Sud, che mancando il portico tradizionale (mancanza di soldi o di spazio??) vede gli Apostoli scolpiti nell'archivolta: fu realizzato nel 1550 in kersantite (pietra basaltica grigia, molto fine). L'acquasantiera esterna è sormontata dalla statua di S. Maurizio (Maudez in bretone), scolpita verso il 1520. All'interno le travi scolpite e policrome che sostengono la carpenteria sono del 16° secolo e sono suddivise in due serie: una con rappresentazioni religiose (ad esempio i simboli degli Evangelisti), l'altra con rappresentazioni legate alla vita quotidiana (musicisti, contadini, becchini, ecc).
Il jubé ("parete" in legno policroma che separa il coro dalla navata) è del 16° secolo. La parola "jubé" viene dalla preghiera "Jube Domine benedicere" (vogliate Signore benedire). La decorazione è caratteristica del Rinascimento ma riflette anche il gusto degli artisti bretoni per l'immaginario: sotto la tribuna vi è una sovrabbondanza di figure grottesche e fantasiose. Nelle nicchie delle gallerie sono rappresentate 12 personaggi: sul lato della navata 9 apostoli e 3 papi (riconoscibili dalle tiare); sul lato del coro le figure di Santi ausiliari o particolarmente venerati in Bretagna. La vetrata è opera di Laurent Sodec, maestro vetraio di Quimper che la realizzò nel 1539.


Fonte: Franca Fanti - Reves et voyages
http://www.reves-et-voyages.eu